Giuliana Natali nasce a Castel d’Ario (Mantova) il 26 Agosto 1951.
Esordisce nel 1986 partecipando a Figure dallo Sfondo 2. Magma 10 anni dopo, Palazzo dei Diamanti, Ferrara, a cura di Romana Loda.
Dal 1986 l’attività dell’artista si è mantenuta negli anni sempre molto intensa; in alcuni casi a fianco di artisti storici come Enrico Baj, fondatore della Patafisica, o artisti del gruppo Fluxus di Colonia.
Ha esposto in più occasioni, con personali e collettive, nella sua città, Mantova, e in altre città italiane come Ferrara, Alessandria, Milano, Firenze, Verona, Venezia, Roma e all’estero: Germania, Francia e Croazia.
La sua esperienza artistica parte dalla pittura e dal disegno per arrivare presto alla scultura, alla performance e all’installazione. Come scultrice vince nel 2011 il Concorso di idee indetto dall’Ente Autostrada del Brennero.
La sua arte sempre orientata verso concetti filosofici come l’ossimoro, si avvicina gradatamente ad una astrazione di gusto orientale, geometrico, che ha origine dall’architettura. Si tratta di forme concrete che contrastano con la leggerezza e la fragilità del materiale, la carta, che l’artista propone come forme tridimensionali traforate o altre in cui la carta è intrecciata come un tessuto.
Nelle sculture più recenti (anno 2017) è la lana che viene utilizzata dall’artista come materia creativa. Sono opere tridimensionali in cui il filato prende forma da una rete metallica alla quale è intrecciato, come le Madri o la serie di sculture di piccole dimensioni.
Tra il 2016 e il 2017 riprende, dopo anni, a pensare alla scultura in termini “classici”, realizzando una serie di calchi in gesso e acrilico decorati a matita, ognuno con un motivo diverso sul tema dell’arabesco. L’idea di abiti femminili privati del corpo che li indossa, nasce da una riflessione sui ripetuti episodi di violenza sulle donne, da parte di uomini ai quali queste donne erano legate. Queste figure sono colte nell’atto di offrire qualcosa che non c’è: il proprio corpo. Il loro “offrirsi” è un gesto d’amore su un piano puramente spirituale.
La ripetitività del lavoro manuale, presente in tutte le opere di Giuliana Natali, del disegno, dell’intreccio o dell’intaglio; la regolarità delle geometrie che si ripetono costanti, sembrano far riflettere sullo scorrere del tempo, sulla percezione dell’esistenza, concetti che l’artista affronta riconoscendo, al fare quotidiano, una certa sacralità.